25 ottobre anniversario nascita Fratel Gustavo e Andrea

Nell’attesa di festeggiare insieme nel 2028 i cento anni della Messa del Povero desideriamo dare un piccolo contributo che testimonia l’impegno e l’affetto che diversi volontari hanno nei confronti di quest’Opera.

Le persone che hanno dato vita alla Messa del Povero erano religiosi cattolici (Figlie della Carità e Canonici 1922-1928) a titolo personale e non istituzionale. Al fine di rispondere ai bisogni crescenti dei Poveri la Provvidenza dispose che alcune personedell’Unione Catechisti fondata da Fratel Teodoreto (già esperte a trattare con i poveri per il lungo esercizio nella Conferenza di San Vincenzo scelti ed inviati dal Presidente dell’Unione Catechisti Carlo Tessitore), offrissero la loro collaborazione (1933). Dai documenti si può onestamente ritenere che la “gestione organizzativa ed amministrativa” di fatto sia passata all’Unione Catechisti del SS Crocifisso e di Maria SS Immacolata (già Pia Unione e successivamente Istituto Secolare)per molti anni, sempre con la collaborazione delle instancabili Figlie della Carità.

Le narrazioni storiche si possono trovare all’interno del sito www.unionecatechisti.it sono assicurate in particolare da un Fratello delle Scuole Cristiane: Fratel Gustavo Furfaro.

La partecipazione all’Opera non fu mai preclusa a persone di buona volontà, anzi alcuni Poveri con attenzione e gradualità furono inseriti attivamente nella stessa.

Con il venir meno dei Catechisti l’azione di Fratel Gustavo e della Provvidenza (1987) inserì nella stessa un gruppo di ex allievi delle scuole lasalliane (prevalentemente dell’Istituto La Salle di Torino via Lodovica 14) che insieme ad altri Volontari provenienti da altre realtà si radicarono nel servizio ai Poveri (non solo presso la Messa del Povero, ma anche alla Pro Infanzia, al Doposcuola delle Porte Palatine, al Ricovero dell’Opera Pia Lotteri).

Fratel Gustavo al fine di passare il testimone e rendere stabile l’azione di quei Volontari propose un percorso impegnativo di formazione ad un piccolo gruppo per costituire la Fraternità dei Volontari Lasalliani di Torino, Volt (atto di impegno 7 giugno 1992 di Luca P, Piero C, Marco C, Elio O, Matteo M e Roberto B)

Il gruppo dei Volt non consolidò la propria dimensione di nascente Fraternità così come sperata da Fratel Gustavo, anzi al fine di non creare divisioni con gli altri volontari non approfondì la dimensione spirituale proposta e ovviamente perse almeno in parte l’identità “lasalliana”, pur restando promotore delle iniziative di In-formazione e dei ritiri mensili.

A Fratel Gustavo essenzialmente dobbiamo la continuità di quest’Opera, con l’assegnazione di una nuova sede, quando si dovette abbandonare la originaria, presso l’Opera Pia Lotteri, per l’inagibilità dei locali. L’attuale edificio, in Largo Tabacchi, Cappella e locale per la mensa, è stato da Lui intitolato “Centro Andrea”, in memoria di un bimbo prematuramente morto dopo pochi mesi di vita, figlio di due sposi tra i più attivi giovani volontari impegnatisi nella Opera Messa del Povero.

Questa dedica è densa di significati, è come un omaggio alla vita, nei nostri tempi così minacciata, sin dal suo primo sbocciare o nel suo declinare, e proprio in quelle situazioni di rischio e di vecchiaia, in cui molti assistiti dell’Opera possono trovarsi.

Nel 1995 Fratel Gustavo (10 luglio 1996) chiese a Fratel Egidio di affiancarlo (22 ottobre 1995 primo suo ritiro con i Volt), il quale consapevole della situazione in cui era cristallizzata l’Unione e della visione eterogenea dei Volontari iniziò a parlare di Famiglia della Messa del Povero e non più di Fraternità dei Volontari Lasalliani.

Alcune precisazioni per cercare di capire: Fratel Gustavo e Fratel Egidio, entrambi figli spirituali del De la Salle, avevano studi, maestri e sensibilità completamente diverse. Il filo che li unisce è sicuramente uno spirito di fede e di zelo che hanno sviluppato diversamente. Sia Fratel Gustavo che Fratel Egidio hanno trasmesso ai Volontari una notevole carica di entusiasmo e di disponibilità alle necessità dell’Opera, sia spirituali che caritatevoli.

Siamo nel periodo di accoglienza delle ondate migratorie provenienti dai paesi dell’Est. La gestione organizzativa ed amministrativa passa in mano ai Laici. Le responsabilità vengono delegate cercando di individuare persone oneste e competenti almeno professionalmente che hanno svolto e tutt’ora svolgono gratuitamente ogni incombenza.

Mano a mano che i punti di riferimento spirituali e le testimonianza storiche diventano più labili il rischio è che i nuovi Volontari vivano l’Opera solo in modo parziale pur essendo persone di buona volontà. Occorre recuperare una narrazione storica nell’ottica delle necessità ed urgenze dei nostro tempo.

Dio vede e provvede, magari con l’aiuto di chi la storia l’ha vissuta ed è disponibile a raccontarla affinché il passaggio di testimone possa avvenire sulla scia di quanto stiamo vivendo aperti alle novità dei tempi senza paura ed Insieme per Servire.

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